Max Manfredi

Zimbalom
Chi mi dice ?occhi da lupo? non conosce i veri lupi, chi mi dice ?passo d'agnello? non conosce i miei dirupi. E poi se c'è chi pensa che la nostalgia è la chiave della canzone non sa quali occhi mi graffiano come i cani graffiano un portone. Ma i miei nervi son corde di zimbalom, stonate d'amore qualche volta sono stridule, qualche volta hanno la voce grave. È pioggia e tempi dispari che battono le strade è fame di parole che hanno mangiato il loro traduttore. L'inverno è un cane caldo, occhi di fari, muso di vetro, l'inverno è spiccioli freddi nel sottopasso della metro. Fatto un fuoco di bidoni, ne veniva un fumo denso. Vi giuro che a tratti mi pareva l'offerta dell'incenso. Ma i miei nervi son corde di zimbalom stonate d'amore, qualche volta danno i numeri ma non ditelo all'accordatore. È pane e tempi dispari che vengono dal mare insieme ai clandestini, ai topi, alle paure. Stanotte nella galleria mi è sembrato di sentire il coro. Ho provato tanta nostalgia, devo essere uno di loro. Buco di tombino, quale foto di famiglia, quale buio corridoio, quale sangue mi somiglia? Ma i miei nervi son corde di zimbalom, stonate d'amore le mie corde son nervi di zimbalom... La canzone finisce adesso ma potrebbe continuare ancora. Ho paura a entrare in un bar come un vampiro ce l'ha dell'aurora (Thanks to Max Manfredi fan for these lyrics) Aus Songtexte Mania