Zen Circus

Dalì
Giovani si nasce e non ci si diventa morto l'undici novembre nato il ventitré dicembre lo diceva quel signore seduto alla stazione non è vino c'è dio in quel cartone ma che soddisfazione e tutta la pensione vola in un pomeriggio per un gran lavoratore non c'è peggior supplizio alla fine un dissidente per sua stessa vocazione è destinato alla persecuzione lo chiamavano Dalì Dalì era il soprannome soltanto per i baffi il bingo una passione recente ma negli anni biliardo in gioventù nevrosi da marito e la bara avvolta in una bandiera nessun tricolore soltanto rossa e nera Dalì se un giorno tornerò che non si può mai dire io mi vendicherò di tutto quel patire e di tutta questa gente che nessuno è innocente e dio magari sono io magari anche no io c'ero anche riuscito a far quadrare il cerchio le scarpe a mio figlio una moglie nel mio letto Songtextema un padre si dimentica un uomo si consuma e alla fine è una grossa fregatura lo vedrete anche da voi Dalì (Grazie a Maria Libera Bove per questo testo) Aus Songtexte Mania