Massimo Morsello

Generazione '78
E ti svegli una mattina e ti chiedi: «Cosa è stato?» Rigettare i tuoi pensieri sulle cose del passato Prendi un fazzoletto nero che conservi in un cassetto Cominciare tutto un giorno, forse un giorno maledetto Frequentando certa gente di sicuro differente E un battesimo di rito con il fiato stretto in gola Quando già finiva a pugni sui portoni della scuola! E inciampare in un destino che già ti cresceva dentro da bambino Ed un ciondolo d'argento che ti tieni intorno al collo Odio e amore per cercare di capire una logica ideale Una logica ideale a cui ciecamente credi E tua madre piange sola e ti osserva dietro i vetri Perché sa che non perdona questa guerra Perché sa che non ha pace la sua terra! Un partito, vecchia storia, un'eredità che scotta Nell'ambiguità di sempre come un senso di sconfitta E ignorare circostanze, giochi assurdi di potere Che ne sai di quel passato, di nostalgiche illusioni? Di un confronto che da sempre si è attuato coi bastoni! E sentirsi vivere dentro a vent'anni all'occasione Per cercare di dare un senso alla tua rivoluzione Poi una sera di gennaio resta fissa nei pensieri Troppo sangue sparso sopra i marciapiedi SongtexteE la tua generazione scagliò al vento le bandiere! Gonfiò l'aria di vendetta senza lutto, né preghiere Su quei passi da gigante per un attimo esitare Scaricando poi la rabbia nelle auto lungo il viale Tra le lacrime ed i vortici di fumo Da quei giorni la promessa di restare tutti figli di nessuno! Pochi giorni di prigione ti rischiarano la vista Dimmi: «Come ci si sente con un'ombra da estremista?» «Cosa provi nelle farse di avvocati e tribunali?» Ed Alberto Giaquinto che è finito dentro l'occhio di un mirino La democrazia mandante, un agente è l'assassino! E Francesco che è volato sull'asfalto di un cortile Con le chiavi strette in mano, strano modo per morire E braccia tese ai funerali ed un coro contro il vento Oggi è morto un camerata, ne rinascono altri cento E il silenzio di un'accusa che rimbalza su ogni muro! Questa volta pagheranno, te lo giuro Poi la sfida delle piazze ed i sassi nelle mani Caroselli di sirene, echi sempre più lontani Quelle bare non ancora vendicate Le ferite quasi mai rimarginate! Ma poi il vento soffiò forte e ti donò quell'occasione Di combattere il sistema in un'altra posizione Tra la fine del marxismo e i riflussi del momento Costruire il movimento fra le angosce dei quartieri Ed un popolo, una lotta, chiodo fisso nei pensieri E generazioni nuove in cui tu credevi tanto Poi quel botto alla stazione che cancella tutto quanto! E al segnale stabilito si dà il via alla grande caccia I fucili che ora puntano alla faccia Le retate in grande stile dentro all'occhio del ciclone Tra le spire della santa inquisizione Poi le tappe di una crisi, di una storia consumata Di chi trova la sua morte armi in pugno nella strada Di chi viene suicidato in una stanza, di chi fugge, Di chi chiude nei cassetti anche l'ultima speranza! E ti svegli una mattina sulle labbra una canzone E l'immagine si perde sulla tua generazione Quei ragazzi un po' ribelli e un po' guerrieri Che hanno chiuso nei cassetti e infondo ai cuori tanti fazzoletti neri! Aus Songtexte Mania